Jesus press conference

di Massimiliano Renaud e Mattia Bragadini

 

“Barezzi! Allora ci sei anche tu!”
“Sì, non sapevo se venire, mi sentivo un pazzo.”
“Anch’io ero indeciso ma, quel sogno era cosi vero che…”
“Comunque, vedo che non siamo soli.”
“No, ho visto giornalisti da tutto il mondo, saremo più di cinquecento.”
“E un sacco di imbucati.”
“Già, come al solito. Certo che se è una bufala, sarà una figura di merda planetaria.”
“Ma non può essere uno scherzo, chi riuscirebbe mai a far sognare a tutti la stessa cosa, la stessa notte?” Dev’esserci per forza qualcosa di divino in mezzo, altrimenti non si spiega.”
“In effetti è incredibile, ma… Oh cazzo, guarda là!”
“Cristo Santo!”
“Sì, è proprio lui…”

Il 25 dicembre duemiladiciotto, esattamente duemiladiciotto anni dopo la sua nascita, nel giorno del suo duemiladiciottesimo compleanno, Gesù Cristo, il Figlio dell’Uomo, l’oggetto della fede di miliardi di credenti, il personaggio più famoso della storia dopo i Beatles, ritorna a comunicare con gli esseri umani attraverso il crocifisso di una chiesa di un piccolo comune della bassa padana nel Nord Italia.
Dopo aver convocato, apparendo loro in sogno, i principali rappresentanti delle testate giornalistiche mondiali (più i soliti imbucati), si prepara a rispondere alle loro domande.

“Cari inferiori… cioè, volevo dire…. signore e signori giornalisti (e gentili imbucati), vi ringrazio per essere intervenuti quest’oggi nonostante il poco e insolito preavviso ma, dopo due millenni, credo sia arrivato il momento di fare due chiacchiere, immagino abbiate molte cose da chiedere.”
Il volto del Signore sembra aprirsi in un caloroso sorriso, nello stupore generale. Qualcuno si getta in ginocchio segnandosi, i più scettici si avvicinano al crocifisso cercando il trucco e la provenienza di quella voce, altri mettono mano al cellulare per telefonare, filmare, registrare, postare e condividere, ma non funziona niente. Piano piano tra le navate si fa strada la convinzione che stia veramente succedendo qualcosa di magico e misterioso, di divino.
“Capisco il vostro scetticismo, d’altra parte se sono in questa posizione da millenovecentottantacinque anni lo si deve a questo, ma vi assicuro che non c’è nessun trucco: sono qua, in mezzo a voi, esattamente come allora.”
In chiesa si crea un immobile e solido silenzio.
“Va bene, non perdiamo tempo, cominciamo per alzata di mano.”
Nessuno ha il coraggio di muovere un muscolo.
“Avanti, coraggio! Non so quando ricapiterò da queste parti! Credete in me da duemila anni senza avermi mai visto e non avete nulla da domandarmi? Non ci credo, dai, forza!”

Un uomo in terza fila alza timidamente l’indice della mano sinistra.
“Tu! Bravo! Chiedimi pure quello che vuoi.”
“Buongiorno signor Ge… cioè signor Cris.. sì, insomma, buongiorno.”
“Gesù va benissimo.”
“Ah, ok. Be’, ecco, quello che io e buona parte dei cittadini del mondo vorrebbe chieder..le, chieder…vi…”
“Dammi pure del tu.”
“Sì, bene, Gesù, allora la domanda che vorrei farti è: chi siamo noi, e cosa ci facciamo qui?”
“Partiamo già male, sono due.”
“Cosa?”
“Le domande. Sono due.”
“Be’, in realtà sono collegate dal fatto che…”
“Sono due. Scegline una.”
“Ok, allora scelgo…perché siamo qui.”
“Be’, la risposta mi sembra piuttosto ovvia: perché siete al cospetto di Cristo Figlio di Dio che vi ha convocato con qualche giorno di anticipo in modo da permettervi di raccogliere i grandi interrogativi dell’umanità. Hai forse problemi di memoria?”
“Ma, veramente, io intendevo in senso universale, esistenziale. In pratica, vorrei sapere perché esistiamo!”
“Avresti dovuto formulare meglio la domanda. Un altro. Tu!”
“Ma…”
“Ok, dai, stavo scherzando. Siete qui per estinguervi, naturalmente.”
“Estinguerci?”
“Certo! Come tutti i vostri predecessori, d’altronde. Non ricordo di aver visto dinosauri sulla terra dall’anno zero al trentatré.”
“No, mi scusi, cioè, scusa, Gesù, ma non credo di capire.”
“Nel ventunesimo secolo avete anche problemi di udito? Memoria, udito, dovrò dire a mio Padre di farvi un upgrade, state cadendo a pezzi…”
“No, ci sento benissimo ma… che senso ha far nascere popoli per poi farle estinguere?”
“Questo dovreste chiederlo a mio Padre, o a quel Darwin, lui c’era andato vicino se non ricordo male.”
“Ma la popolazione continua ad aumentare, quando inizierà questa estinzione?”
“Quando vi rassegnerete o quando avrete reso la terra invivibile, o magari quando vi colpirà un asteroide gigantesco. Chi può saperlo…”
“Ma, se non lo sai tu, Gesù.”
“Grazie. Tu!”

“Buonasera, signor Cristo. Sono Steve McAdams del Washington Post.”
“Anche meno.”
“Come, scusa?”
“No dico… anche meno formale. Siamo tra amici, no? Ti sei accorto che ognuno parla la propria lingua ma tutti comprendono tutti? Sai, il mito della Torre di Babele, tipo al contrario però…”
Sguardi smarriti in chiesa.
“Ragazzi, ripassino della Genesi, dai! Gran bel libro peraltro, io l’avrei fatto uscire dopo i Vangeli, tipo prequel, ma l’editore non la vedeva così. Pazienza… Comunque, Steve McAdams del Washington Post, la tua domanda?”
“Sì, ecco, io prima di proseguire vorrei chiederti chi ci garantisce che tu sia veramente il figlio di Dio?”
“No, dai ragaz… l’avete già fatta duemila anni fa ‘sta cazzata ed è finita malino, per me soprattutto e tutto sommato anche per voi, visto come siete ridotti. Per cui direi che diamo per scontato che io sono io e che voi siete voi. Dai, cazzo, procediamo. Tu!”

Un mormorio di disapprovazione serpeggia tra la folla… Ma come parla?
“Ecco sì… mi perdonerete ma in questi duemila anni si è pensato di ammodernare un po’ il linguaggio, sapete, no, parlare ai giovani e tutte queste minch… sì insomma queste questioni generazionali. Ma andiamo avanti, su! Tu, con quella bella camicina fucsia.”
“Ciao, Jesus, la mia domanda è: cosa sarà di noi dopo la morte? C’è davvero una vita ultraterrena?”
“Senti, come ti chiami?”
“Salvatore.”
“Bel nome.”
“Grazie.”
“Senti, Salvatore, voglio fartele io un paio di domande: vuoi davvero rischiare di togliere valore alla tua vita? Se ti dicessi che risorgerai, potresti perdere interesse in quello che stai vivendo quaggiù.”
“Ma, io, veramente, non saprei…”
“E se invece ti dicessi che dopo la morte non si va da nessuna parte? Come ci rimarresti? Cosa significherebbe scoprire che tutto ciò che ti hanno raccontato da quando sei nato è un’enorme stronzata?”
“Be’, ecco, non saprei…”
“Allora, Salvatore, sei sicuro di volere una risposta?”
“…”
“Grazie. Tu!”

“Buonasera, sono Immacolata Delle Donne.”
“Mamma sarebbe orgogliosa di te.”
“Be’, grazie…”
“La domanda?”
“Perché Dio manda disastri naturali che uccidono migliaia di persone?”
“Come sarebbe che Dio manda?”
“Be’, i terremoti, gli uragani, le valanghe…”
“Ti do una notizia, la gente non muore a causa di un terremoto, non si è mai sentito di vittime di un terremoto in pieno deserto. Gli uomini muoiono perché gli crollano in testa case e ponti costruiti male da altri uomini. Mica è colpa del Papi!”
“Sì, se però Dio semplicemente non mandasse queste catastrofi…”
“E ridaje… ti assicuro che Dio non manda proprio niente!”
“Ma allora perché queste cose… succedono?”
“Be’ creare il mondo non è stata una passeggiata come ti raccontano, altro che sei giorni! Sai quanto ci ha messo a codificare le leggi delle fisica? A disegnare la deriva dei continenti, a creare le montagne, la pioggia e la neve per avere le stagioni, a inventarsi il vento per spostare le nuvole. Adesso che è tutto fatto e pronto vi sembra facile, forse banale, ma andate a chiederlo ai marziani come stanno…”
“Ma quindi c’è vita anche sugli altri pianeti?”
“Grazie! Tu.”

“Io sono François di Le Monde.”
“In effetti suona bene.”
“Grazie!”
“Prego!”
“Dio, che aspettative avevi quando hai creato il mondo?”
“Non sono Dio.”
“Si, be’, ma la Santa Trinità, la storia dell’Uno e Trino…”
“Non sono Dio.”
“Ma, la Bibbia dice…”
“L’ho forse scritta io?”
“No, ma…”
“Grazie. Tu!”

“Una domanda al volo!”
“Chi sei?”
“Sono Rosario.”
“Un altro amico di mamma… bene.”
“Scusa Gesù, ma perché non vanno i telefoni?”
“Hai Wind?”
“Sì, ma…”
“Grazie! Tu!”

“Salve, Gesù.”
“Salve, Regina.”
“No, mi chiamo Maggie, scrivo per il Sun.”
“Lo so, la mia era solo una citazione. Dimmi.”
“Cosa mi dici della povertà? Perché la gente muore di fame?”
“Lo chiedi a me? Mio Padre vi ha dato due foglie di fico, un discreto orticello pieno di frutta, verdura e gustosi animaletti da grigliare che vi avrebbe garantito l’eterna indipendenza alimentare. Poi, qualcuno ha fatto una cazzata e tutto è andato a puttane.”
Altro mormorio di disapprovazione serpeggia tra la folla…
“Dai ragazzi non fate i bigotti, lo so benissimo che si parla così!”
“Ecco sì, ma se loro non hanno saputo apprezzare l’Eden non è detto che valga per tutti: gli uomini non sono tutti uguali.”
“Ah no? Conosci forse qualcuno che sa godersi la vita accontentandosi di ciò che ha senza aspirare ad un superfluo benessere?”
“Be’, qualcuno…sì.”
“Uno su cento? Bene, come vedi, il problema è tanto diffuso da non meritare l’Eden, Maggie cara.”
“Ma non si potrebbero premiare almeno i più virtuosi? Quelli che non si lasciano tentare, quelli che seguono la parola di…sì, insomma, di tuo Padre?”
“Il premio per i più virtuosi è il Paradiso, Maggie, o forse no, vero Salvatore?”
Occhiolino a Salvatore.
“Grazie. Tu!”

“Signore, sei contento di noi?”
“Di voi, chi?”
“Di noi esseri umani?”
“Ascoltami bene, Tommaso”
“Sì, mi chiamo davvero così”
“Per chi mi hai preso, per uno del circo Barnum?”
“No, ci mancherebbe, volevo solo dire…”
“Non dire, Tommaso, ascolta, e impara a fidarti…”
“Ma è difficile…”
“…fidarsi di qualcosa che non si può vedere, sì, sì, lo so cosa vuoi dirmi, un nome una garanzia. Ma veniamo alla tua domanda. Immagina, caro Tommy, di nascere in una famiglia povera, per esempio con un padre falegname e una madre casalinga. E immagina di vivere una vita difficile, con pochissimi dei vostri famigerati soldi e non sempre qualcosa da mangiare. Poi, un giorno, ti accorgi di avere dei superpoteri che giustificano quella strana sensazione di attesa che ti ha aleggiato intorno dalla nascita e non hai mai capito il perché. È fatta, ti dici, diventeremo ricchi! Poi, ti ricordi che non è la ricchezza che conta davvero nella vita e decidi di sacrificare i superpoteri e tutto il resto per salvare l’umanità. E come se non bastasse, ti fai anche crocifiggere. Mi segui?”
“Sì, Signore.”
“Bene, adesso immagina di tornare sula Terra dopo duemila anni per scoprire che l’aver rinunciato a una villa con yacht privato ai Caraibi non è servito a un cazzo. Cosa dici, saresti contento di voi?”
“Be’…”
“Grazie, tu!”

“Buonasera, Gesù, tutto bene?”
“Sto divinamente, grazie.”
“Io sono Werner della Frankfurter Allgemeine.”
“Bene, la domanda?”
“Si, eccola: perché il mondo è pieno di ingiustizie e di persone che soffrono?”
“Ingiustizie? Non ne ho idea. Quelle c’erano anche prima che io nascessi, se aveste seguito i dieci suggerimenti che vi aveva dato mio Padre sarebbe stato un mondo perfetto, senza ingiustizie.”
“Con suggerimenti, intenti i Comandamenti, vero?”
“Comandamenti? Guarda che mio padre non è mica Mao Tse Tung, lui ha buttato giù qualche idea, poi ognuno è libero…”
“Libero? E l’inferno?”
“All’inferno ci vai se non segui i suggerimenti!”
“Ma allora non sono libero!”
“Grazie! Tu!”

“Scusa, scusa, scusa!”
“Calma calma, uno alla volta”
“Sì, perdonami sono Astrid di Aftonbladet e mi collego alla domanda di Werner: quindi stai dicendo che per evitare l’Inferno bisogna rispettare i suggerimenti, come li chiami tu, e così guadagnarsi il Paradiso?”
“Mhm sì mi sembra una buona sintesi, non originalissima tuttavia: già Mosè l’aveva messa giù più o meno così.”
“Ma non è facile seguire sempre questi suggerimenti…”
“Infatti c’è un’autostrada per l’Inferno ma solo una scala per il Paradiso.”
“E questo in quale Vangelo è scritto?”
“Vangelo…? Santo Papà, dieci anni di Fedez vi hanno proprio rimbambiti eh?”
“Come?”
“No niente, però ascoltatela un po’ di buona musica ogni tanto…”
“Ma allora è vero che Inferno e Paradiso esistono!”
“Non saprei. Però è quello che sostiene Salvatore – occhiolino a Salvatore – grazie! Tu!”

“Ciao, sono Bruno della Rai.”
“Ciao, Bruno della Rai.”
“Cosa ne pensi delle teorie sul tuo conto elaborate da Dan Brown nei suoi romanzi?”
“Dan chi?”
“Dan Brown.”
“E sarebbe?”
“Be’ il famoso scrittore statunitense che…”
“No guarda… su da noi abbiamo Hemingway, abbiamo Fitzgerald, abbiamo Shakespeare, abbiamo Dante Alighieri. Dovrebbe essere abbastanza noto da queste parti, no? E poi abbiamo Baudelaire, Oscar Wilde e mille altri. Figurati se mi metto a leggere Dan Coso.”
“Ma veramente Baudelaire e Wilde sono in Paradiso?”
“Ti stupiresti nel vedere chi c’è in Paradiso. E anche chi non c’è. “
“Ma allora il Paradiso esiste!”
“Certo! O forse no. Vero, Salvatore?” Occhiolino a Salvatore.
“E quindi la Maddalena…?”
“Splendida isola! Grazie! Tu!”

“Io, Gesù, sono Mike di USA Today e vorrei sapere del giorno del giudizio.”
“Mh, sì, ci stiamo lavorando, sarà una bella festa, credo. Ultimamente stavamo discutendo della location, siamo indecisi se riciclare l’aula bunker di Rebibbia o il tribunale di Norimberga.
I Beatles hanno già confermato lo spettacolo live, per allora contiamo che arrivi anche il bassista. Sinatra farà il piano bar e Chopin dovrebbe fare un salto per il karaoke. Per la discoteca stiamo lavorando a una consolle a due Wagner-Beethoven.”
“Due DJ di musica classica?”
“No, faranno dance anni settanta dirigendo due orchestre da tremila elementi.”
“Ma, insomma, quindi, il giudizio universale ci sarà veramente?”
“Certo, e si ballerà anche in caso di pioggia, saremo al coperto.”
“Davvero?”
“No.”
“Ma…”
“Ragazzi, io non vi posso svelare i dogmi della cristianità, sarebbe troppo facile, dopo, avere fede!”
“Però il sapere accrescerebbe il numero dei tuoi seguaci, non credi?”
“Non preoccuparti per i miei followers, Mike, altrimenti avrei optato per Twitter, no? Le cose stanno così, prendere o lasciare. Grazie, tu!”

“Sono Pedro di El País, Gesù, buongiorno.”
“Ciao Pedro, anche tu hai un bel nome, ti chiami come il mio portinaio. Una brava persona, sai?”
“Sì, credo di sì…”
“Ma non divaghiamo, dimmi.”
“Io volevo chiederti come dovremmo comportarci con chi professa altre religioni.”
“E come dovreste comportarvi?”
“Be’, non so, dovremmo considerarli infedeli? O inferiori?”
“Inferiori? Inferiori a chi?”
“Inferiori a chi crede in… ecco…te e tuo Padre, naturalmente.”
“E perché mai dovrebbero esservi inferiori? Voi vi siete creati un Dio a cui rivolgere le preghiere, loro ne hanno creato un altro, tutto qui. Certo, voi potete pregare comodamente seduti su una panca mentre altri sono costretti a inginocchiarsi per terra dovunque si trovino, ma considerarli inferiori per così poco mi sembra esagerato. Grazie, tu!”

“Io mi chiamo Abdul.”
“Un mussulmano del cazzo?”
“…”
“Ci sei cascato, vero Pedro?” Occhiolino a Pedro.
“Ciao Abdul, scherzavo ovviamente: parla pure. Sei di Al Jazeera?”
“No, passavo di qua per caso…”
“Ah be’… a posto.”
“Io, io volevo chiederti se… se non credi che sarebbe stato meglio creare uomini di una sola razza. A mio parere una soluzione del genere avrebbe risparmiato molte vite.”
“Razza?”
“Ehm, sì, Signore, le razze nel senso dei diversi tratti somatici, del diverso colore della pelle, delle lingue e delle culture differenti…”
“Cioè, fammi capire, il colore della pelle o gli occhi stretti creano il problema delle razze?”
“Creano le discriminazioni e il razzismo, Signore.”
“Amico mio, il Vecchio non ha creato nessuna razza (a parte i pesci alati), sono i vostri corpi ad essersi adattati al luogo in cui hanno vissuto. Il vero problema è che questo esservi uniformati nell’aspetto secondo la vostra terra di assegnazione vi ha fatto pensare che quel luogo fosse vostro per diritto e, dunque, a ritenere di doverlo difendere dagli altri. E caro Abdul, sta proprio qui la cazzata, il Vecchio è innocente.”
“Ma, nei secoli l’uomo non ha pensato soltanto a difendere la propria terra, ha anche tentato di continuo di conquistarne altre! La mia povera Africa era diventata quasi una colonia europea. Come me lo spieghi questo?”
“Non saprei, caro Abdul, forse perché intanto che voi eravate intenti a limare legnetti e suonare tamburi, nell’emisfero nord avevano inventato la polvere da sparo?”
“Sì, ma è stata inventata proprio per quello scopo! Uccidere altre persone! Eliminare i diversi!”
“Ne sei sicuro?”
“Be…credo di sì…”
“Pensaci bene… Non c’è forse qualche altro motivo che porta un popolo a conquistarne un altro?”
“Il potere?”
“E… dai, ce la puoi fare!”
“Forse… il denaro?”
“Bingo! Il solito, maledetto denaro, altro che bianco, nero o giallo…”
“Allora credi che non si potrà mai avere un mondo che viva in armonia?”
“Che tenero… Grazie, tu!”

“Sì, eccomi sono Shahar di Ha’aretz e volevo chiederti come mai hai scelto questo paesino sperduto della pianura italiana invece che, che so, New York, Parigi, Londra, Roma, Gerusalemme?”
“Ah sì, Gerusalemme… ci sarebbe stato da divertirsi. Vero Abdul?” Occhiolino ad Abdul.
“Be’ la verità è che l’Italia mi dà sempre grandi soddisfazioni. Da sempre quando voglio divertirmi butto un occhio qua alla mia telenovela preferita, negli ultimi vent’anni poi gli sceneggiatori si sono proprio sbizzarriti. Gliel’ho detto a Papà che i ragazzi che scrivono la storia dell’Italia sono veramente in gamba. Ho proposto un aumento.
Gli italiani, poi, simpaticissimi, magari un po’ volubili, intendiamoci: prima ti osannano e poi ti mettono in croce. È un vizietto che si tirano dietro dai tempi degli antichi romani… ahahah!”
Silenzio in chiesa.
“Oh, senso dell’umorismo zero, eh? Comunque la verità è che c’è su da noi – occhiolino a Salvatore – uno scrittore italiano che si era inventato un crocifisso che parla col prete di una piccola parrocchia e allora mi son detto: fico! Bella idea, vediamo se funziona.”
“E funziona?”
“Dimmelo tu. Grazie, un altro!”

“Caro Gesù…”
“Da quanto è che non venivo qui da te…”
“Un’altra citazione religiosa?”
“No, è Luca Carboni, ma dimmi, dimmi pure.”
“Ecco, intanto volevo farti gli auguri di buon compleanno…”
“Ma grazie, Nicolas!”
Nuovo brusio in sala – Ah, cazzo è vero! – e scatta spontaneo un lungo applauso.
“Grazie, grazie a tutti. Basta così che poi mi commuovo. Dimmi pure, Nicolas.”
“Sì, ecco, la mia domanda è strettamente collegata al tuo compleanno: volevo sapere se sei contento di come festeggiamo il Natale.”
“Intendi dire se mi lusinga che il ricordo dell’incarnazione umana del Figlio dell’Uomo sia stato trasformato nella solita festa consumistica fatta di cibo, alcool, regali e sprechi? Ma certo! Perché dovrebbe infastidirmi?”
Sguardi di smarrimento tra le navate.
“Ma ma… qualcosa di buono lo facciamo almeno?”
“Be’ certo: per una volta abbiamo le nostre filiali, le chiese intendo, belle piene, stracolme. Ci venite una volta all’anno giusto per lavarvi la coscienza, lo sappiamo, ma a noi non importa. Dall’altro della nostra infinita bontà apprezziamo comunque lo sforzo di mollare l’ultima fetta di panettone e barcollare fino a Messa.”
“Sì, capisco… però almeno il presepe ti piace?”
“Ah certo! Il presepe è una figata! Magari giusto qualche lucina in meno ché sono nato a Betlemme non a Las Vegas, però è sempre bello vedersi biondino con gli occhi azzurri come se fossi di Norrköping invece che palestinese. Poi c’è sempre una certa attenzione per i dettagli: il bue, l’asinello, la mangiatoia, i pastori, i re magi… ah tra l’altro lancio un appello: su siamo pieni di mirra e nessuno ha ancora capito cos’è e cosa farne, se ci fosse qualche esperto presente… Salvatore, tieni giù quella mano. Scherzavo.
Tu!”

“Sì, buongiorno, Gesù, mi chiamo Susana.”
“E quella barba?”
“Be’, ha a che fare con la mia domanda.”
“Bene, Susana, allora chiedi pure.”
“Sì, io vorrei sapere se l’omosessualità è da considerarsi ancora un peccato.”
“Allora, Susy, mettiamola così, se il Papy vi avesse creato tutti LGBT, come vi definite voi, la stirpe umana si sarebbe estinta dopo una cinquantina d’anni. Sai com’è, l’inseminazione artificiale è arrivata da poco. Detto ciò, fate un po’ come volete…”
“Quindi non è peccato?”
“Grazie, tu!”

“Hai un momento, Dio?”
“Oh, ciao Luciano! Tutto a posto? Comunque ribadisco che non sono Dio.”
“Sì certo, mi autocitavo”
“Eh capisco, un po’ di Siae non guasta mai, vero?” Occhiolino a Luciano.
“La mia domanda forse è un po’ banale e interessata, ma… c’è musica dopo?”
“Vuoi sapere se in cielo passano gli Who?”
“Be’ sì… ma non volevo indispettire troppo la Siae.”
“Molto saggio. Comunque sì, c’è musica dopo. Ok, spesso c’è Radio Mamma, sai lei ci tiene, ma ogni tanto si mette su un po’ di rock, si improvvisa un concertino. Ce n’è di gente valida, eh? Lucio Uno e Lucio Due, Fabrizio, e poi Elvis, Bob, Jimi, Janis, Kurt, Jim, Ella, John, Syd, Amy, David, Dolores… e purtroppo per voi ne arrivano di nuovi ogni anno.”
“Ma veramente tutti questi sono in Paradiso?”
“Ti stupiresti nel vedere chi c’è in Paradiso. E anche chi non c’è. Salvatore, già sai.” Occhiolino a Salvatore.

“Bella J.!”
“Oddio, questo ti è venuto male davvero, eh Pa…? Dimmi, zio…”
“Cioè, figa, Gesù, ecco, la storia è questa: Ma Dio esiste?”
“È uno scherzo, vero? Questo l’avete pagato, dai, non fate i coglioni.”
“Ammé? No, ammé non m’ha pagato nessuno, voglio solo sapere se Dio esiste, J.”
“Poi non volete che dica le parolacce… ok Ciro, seguimi: sono due ore che parliamo di questo e a volerla dire tutta sono millenovecentottantacinque anni che sono inchiodato qua sopra per questo. Quale parte non ti è chiara?”
“E allora se esiste quando posso vederlo?”
“L’attesa di Dio è essa stessa Dio…”
“In che senso?”
“Nel senso che se tu fossi per esempio un alieno io non sarei autorizzato dal divino legiferatore a interloquire con un’entità non umana e dunque potrei anche dirle che, no, aspetti, mi porga l’indice; ecco, lo alzi, così. Guardi, guardi, lo vede il dito? Lo vede che stuzzica, che prematura, anche. Ma allora io le potrei dire anche per il rispetto per l’autorità che anche soltanto le due cose come vicesindaco, capisce?
“No, io, credo di essermi perso all’alieno che…”
“Grazie, tu! Anzi no, considerando il livello degli interlocutori rimasti, magari la finiamo qui.”

Un coro si alza prepotente nella navatella: “Noooooooooooooooooo! Resta con noi…”
“…Signore la sera…”
“…resta con noi…”
“…e avremo la pace… Ok, ok, resto, ma ancora qualche domandina veloce e andiamo. Sta per cominciare l’NBA Christmas Day e ho una scommessa con LeBron. Tu!”

“Sì, ciao, sono Angelica Maria Lourdes do Prado Vieira Oliveira dos Santos”
“Questa cosa dei nomi brasiliani vi è sfuggita di mano.”
“Sì, ecco… prima parlavi delle vicende italiane come se fossero scritte da uno sceneggiatore.”
“Sì lo so, l’ho detto io cinque minuti fa. Non ho l’Alzheimer.”
“…”
“Scherzavo! Ma quanto vi prendete sul serio!”
“Be’ dunque… ma allora è tutto scritto? Non possiamo cambiare il nostro destino? Non esiste il libero arbitrio?”
“Questa sì che è una bella domanda!”
“Grazie!”
“Prego!”
“…”
“…”
“Ma… non mi rispondi?”
“È complesso. Vedi, il Daddy, oltre che essere eterno, infallibile, onnipotente, ecc.. ecc… è anche onnisciente. Hai presente quei libri dove il narratore sa tutto di tutti e i protagonisti continuano a fare cazzate perché invece non sanno una mazza?”
“Mhm direi di sì…”
“Ecco, è uguale: voi ce l’avete il libero arbitrio, ma Papà già sa quello che farete. E se dici: adesso mi butto sotto una macchina così frego Dio e tutti i suoi progetti su di me (bella idea del cazzo, peraltro), be’… la notizia è che non funziona, perché Lui sa anche questo.”
“E quindi?”
“E quindi rilassatevi e godetevi la vita, fate le vostre scelte e quando sbagliate prendetevela con voi stessi, non col destino o con Dio. Papà sa, ma Papà non decide per voi.”
“Ma se io penso intensamente di fare una cosa e all’ultimo minuto ne faccio un’altra?”
“Dimmi, l’hai mai visto un tramonto sul mare?”
“Sì certo, ma…. che c’entra?”
“E tu pensi veramente di poter fottere uno che si è inventato quella roba lì?”
“Ma quindi…”
“Grazie! Tu!”

“Ciao, sono Heinz Hitler.”
“Parente?”
“Lontanissimo.”
“Azz, speravo foste finiti.”
“Sono l’ultimo.”
“Ma un po’ di selezione all’ingresso qua? Va bene, dimmi pure…”
“Sì, vorrei chiederti se è stato tuo Padre a creare il male?”
“Questa domanda, fatta da te, mi sembra una discreta presa per il culo. Tuo cugino di sesto grado, diciamo che se non l’ha inventato ne ha dato una notevole interpretazione.”
“Ma lui ha solo fatto sì che il male germogliasse, non l’ha certo creato. Io credo che il male ci sia sempre stato.”
“Ciccio, vi è stato dato cibo (tranne una cazzo di mela, che era Sua, e ci teneva un sacco…), 25 gradi su quattro stagioni, il permesso di andare tutti in giro nudi, boschi, ruscelli, cascate, montagne e oceani. Dove cazzo sarebbe il male? Eh no, ragazzi, con tutto questo ben di Papà, quello è un brevetto tutto vostro, Lui non ci sarebbe riuscito nemmeno a farlo apposta.”
“Ma…”
“Grazie, tu.”

“Gesù, sono Hans e un dubbio mi tormenta dal primo giorno in cui ho sentito parlare di te.”
“Cavolo, potevi darmi un colpo di telefono prima. Ah, no, non potevi, scusami. Dimmi!”
“Dio ascolta le preghiere dei non credenti?“
“No, scusa, non ho capito.”
“Be, vorrei sapere se Dio ascolta i non credenti quando pregano.”
“Ma cosa stai dicendo? Se uno non crede, che cosa prega a fare? Perché non si sa mai?
“…”
“Dai, potete fare di meglio. Grazie, tu!”

“Buongiorno”
“Ho detto veloci.”
“’Giorno.”
“Già meglio. Dimmi”
“Che cosa significa che Dio è eterno?“
“In verità vi dico (ho sempre sognato di dirlo davvero) il profeta Zingarelli ha scritto: che non ha principio né fine, attributo proprio di Dio o di cose divine. Non so, cos’è che non è chiaro? Grazie, tu!”

“Ciao, Gesù.”
“Ciao. Tu sei?”
“Ma se con gli altri lo sapevi, perché…”
“Ok, dimmi Fatima, volevo solo darti la soddisfazione di presentarti.”
“Ah, scusami.”
“Niente scuse, forza, abbiamo detto di fare veloce, no?”
“Sì, allora ti chiedo: perché i preti non lavorano?”
“Senti, già non possono fare sesso, se li faccio anche lavorare avrei al mio servizio un esercito di depressi con tendenze suicide!”
“Allora anch’io dovrei poter rinunciare al sesso in cambio di una vita da mantenuta!”
“Di solito sulla Terra succede il contrario, però… Grazie, tu!”

“Sì, ciao Altissimo.”
“Normale, dai… uno e ottanta. All’epoca facevo la mia figura, ma al giorno d’oggi…”
“No ma io intendevo…”
“Lo so.”
“Ho una domanda complicata.”
“Dimmi, ma fa alla svelta, Igor.”
“Io, io vorrei sapere perché dobbiamo morire?”
“Oh mamma, ma dici sul serio? È una sera che non parliamo d’altro, l’estinzione, il giudizio universale, niente? Buio totale?”
“Sì, questo l’ho capito ma, la vita eterna? Non si potrebbe avere subito?”
“Be’, innanzi tutto, abbiamo detto che non sappiamo se questa vita eterna c’è davvero, ricordi? No spoiler! E poi perché il brevetto per la vita eterna l’ha depositato mio Padre e non vuole venderlo a nessuno. Se non te ne sei accorto, mi sono dovuto lasciar uccidere anch’io e, credimi, una sparizione mi sarebbe costata molto meno dolore.”
“Però tu sei risorto dopo tre giorni, le persone che amavi ti hanno potuto incontrare di nuovo. Perché io non posso rivedere, ad esempio, mia nonna?”
“Grazie, tu!”

“Salve capo, sono Francesco.”
“Ciao Fra. Tutto bene?”
“Non mi lamento.”
“Spara.”
“Be’, ti sembrerà strano ma, io vorrei sapere perché c’è ancora il Papa?”
“Devo ucciderti?”
“No, non parlavo di me, parlavo dell’altro, quello del grande rifiuto.”
“Mi risulta che Bonifacio Ottavo sia morto da un po’.”
“Sì, lui sì, ma il tedesco no, e continua a stare qui. Mangia a sbafo, vuole sempre dire la sua, mi ruba la macchina, di notte russa come un bufalo e poi non si capisce un cazzo quando parla. Senti, quante Ave Maria devo dire perché me lo levi di mezzo. Era anche iscritto nel partito del cugino di sesto grado di Heinz!”
“Mh, forse hai ragione, vedo cosa posso fare. Messo com’è messo, una rampa di scale scivolosa dovrebbe bastare.”
“Grazie capo.”
“Figurati, grazie a te. Tu!”

“Ciao, sono Stephen.”
“Ciao, sono Jesus.”
“Volevo sapere… ma alla fine Dio gioca a dadi col mondo?”
“Sarai mica un fisico quantistico?”
“Be’ sì…”
“Quindi la risposta la conosci…”
“Sì ma…”
“Grazie! Un altro.”

“Buongiorno, Gesù”
“Giorno, ormai è notte… Forza, dimmi Franz.”
“Io vorrei sapere perché solo la Chiesa può perdonare i peccati? Non basta il pentimento per essere perdonati?”
“Ascolta, se i peccati ce li siamo inventati Noi, da chi vorresti farteli perdonare?”
“Sì, nel caso della confessione sì, ma perché devo essere obbligato a raccontare i miei peccati ad un altro uomo per avere il perdono?”
“Perché, secondo me, ma potrei sbagliarmi, anzi no sono infallibile, se poteste fare un’autocertificazione di perdono vi verrebbe un po’ troppo comodo fare delle stronzate.”
“Quindi…”
“Quindi siamo a posto così. Grazie, tu!”

“Io vorrei sapere se Dio ci punisce quando pecchiamo?“
“Non so, tu quando fai delle cazzate prendi degli schiaffoni invisibili? O forse ti arrivano dei calci in culo dal nulla?”
“No.”
“Allora diciamo che finché siete qui non vi succede niente. Poi…”
“Poi?”
“E poi… sorpresa! Grazie, tu! E sarai il penultimo, sono a pezzi, questa sera mi state veramente mettendo in croce…”
Silenzio assoluto in sala.
“Capita?”
Nessuno ha il coraggio di ridere.
“Forza! È una battuta! Potete riderci su! Dopo duemila anni ho imparato a scherzarci! Dai, tu, dimmi!”

“Gesù, se posso chiedertelo, vorrei sapere che aspetto ha Dio?“
“E la penultima domanda a Gesù te la giochi con il gossip? Comunque è alto un metro e ottantasette, brizzolato ma giovanile, barba ribelle, occhi azzurri e addominali scolpiti.”
“Davvero?”
“No.”
“Ma allora? Com’è?”
“Senti, credo che se avesse voluto mostrarsi avrebbe fatto un account su Instagram, no? Un paio di selfie e via! Grazie, tu! L’ultimo della serata.”

“Si, Gesù, io vorrei fare una domanda un po’ provocatoria.”
“Vai, sono pronto a farmi provocare.”
“È sbagliato essere arrabbiati con Dio?“
“In che senso, spiegati meglio.”
“Posso bestemmiare o vi incazzate?”
“Be’, vorrei vedere te se prendessero a male parole tua madre o tuo padre ogni dieci secondi, e la stima è decisamente per difetto…”
“Quindi è un peccato grave…”
“Sì lo è, non è come ammazzare tua suocera, e so che lo desideri, ma è grave. Perché come vi ho spiegato gli unici responsabili delle vostre azioni e delle loro conseguenze siete voi, inutile prendersela con noi o con un fantomatico destino.”
“E si va all’inferno per questo?”
“No, perché altrimenti avremmo dovuto subaffittare l’intero locale solo per farci stare i veneti. Sempre ammesso che l’inferno esista. Vero, Salvatore?” Occhiolino a Salvatore.

“Allora grazie a tutti e buonan…”
“Gesù! Gesù! Ti prego!”
“Sì, lo so, lo fanno tutti.”
“No, cioè sì, ma io intendevo ti prego di farmi fare l’ultima domanda! È importante!”
“Va bene, Johanna, sentiamo quest’ultima domanda.”
“Gesù, ma perché la chiesa è sessista? Perché discrimina palesemente le donne? Perché alle donne è precluso il sacerdozio? Perché…”
“Bene, signori e signore, è stato illuminante tornare fra voi dopo tanto tempo e mi auguro che questo incontro sia servito a schiarirvi un po’ le idee sulla nostra meravigliosa religione. Non so dirvi quando sarò di ritorno ma vi prometto che riporterò a mio Padre tutto ciò che abbiamo detto, nel bene e nel male. Non si sa mai, potrebbe anche darvi una mano, dato che vi trovo parecchio in difficoltà.”
“E se tuo Padre ritenesse che per l’uomo non c’è più nulla da fare?”
“Be’, in questo caso, potrebbe accelerare l’estinzione spedendovi con una pinghella contro al sole. Se così fosse, però, tutti i misteri del cristianesimo vi verrebbero finalmente svelati. Non siete contenti?”
I volti in chiesa assumono un’espressione di cumulativa disperazione.
“Hey! Cosa sono quelle facce? Su col morale, umani, non ho detto che vi estinguerete domani! Sentite, prima di andare, un consiglio ve lo voglio dare: provate, per una volta, a seguire i dieci suggerimenti. Magari per una settimana intera e magari convincendo tutti quelli che conoscete a fare lo stesso. Soltanto così potrete sapere cosa vi siete persi a fottervi l’Eden. Datemi retta, ragazzi, se lo proverete, può darsi che non vogliate più tornare alle vostre barbarie. Allora addio fratelli, e mi raccomando, non fate cazzate, per quanto possibile.

“Scusa, scusa, scusa!!!”
“Uh Madonna… cioè uh mamma mia… sì vabbè cambia poco… che c’è ancora?”
“Ultimissima domanda!”
“Dai, sentiamo…”
“Ma se dopo oltre duemila anni decidessi di tornare sulla Terra, cosa…”
“Scusa ma mi vedi?”
“No, ok certo… intendevo tutto da capo: la mangiatoia, il bue e l’asinello, poi i miracoli…”
“Ah capito… eppure pensavo di essere stato chiaro.”
“In che senso?”
“Nel senso che odio autocitarmi, ma per una volta i cronisti dell’epoca avevano colto il senso esatto delle mie parole.
Ecco. Ezechiele 25,17: Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e… No scusate, mi sbaglio sempre!
Intendevo Matteo 25,31: Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?». E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».”
Sguardi di smarrimento in sala.
“Davvero non capite? Io torno sulla Terra ogni giorno: io sono negli ultimi, nei poveri, negli emarginati, nei puri di cuore, nei deboli, nei diseredati, negli oppressi, negli onesti, nei bambini e negli anziani. E ogni giorno cammino accanto a loro lungo le strade delle vostre città. E da quello che posso vedere, ogni giorno mi crocifiggete esattamente come quel venerdì a Gerusalemme.
Buon Natale a tutti.”

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